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Pagina:Guarini, Battista – Il Pastor fido e il Compendio della poesia tragicomica, 1914 – BEIC 1841856.djvu/89

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quell’aspettato ben che fa contento.

Ma chi sa? troppo tardi
son fors’io giunto, e qui m’avrá Corisca,
fors’anco, indarno lungamente atteso.
Fui pur anco sollecito a partirmi.
Oimè! se questa è vero, i’ vo’ morire.

SCENA SECONDA

Amarilli, Mirtillo, coro di ninfe, Corisca.

Amarilli. Ecco la cieca.

Mirtillo. Eccola a punto. Ahi, vista!
Amarilli. Or che si tarda?
Mirtillo. Ahi, voce che m’ha punto
e sanato in un punto!
Amarilli. Ove séte? che fate? e tu, Lisetta,
che si bramavi il gioco «de la cieca»,
che badi? e tu, Corisca, ove se’ ita?
Mirtillo. Or si che si può dire
eh’Amor è cieco ed ha bendati gli occhi.
Amarilli. Ascoltatemi voi,
che ’l sentier mi scorgete e quinci e quindi
mi tenete per man: come fien giunte
l’altre nostre compagne,
guidatemi lontan da queste piante,
ov’è maggior il vano, e, quivi sola
lasciandomi nel mezzo,
ite con l’altre in schiera e tutte insieme
fatemi cerchio, e s’incominci il gioco.
Mirtillo. Ma che sará di me? fin qui non veggio
qual mi possa venir da questo gioco
comoditá che ’l mio desire adempia;
né so veder Corisca,
eh’è la mia tramontana. Il del m’aiti.