Pagina:Guasti - Sigilli pratesi.djvu/61

Da Wikisource.

— 53 —


autorità era su fratelli tanta, come dice il loro nome, che dovevano «correggere i difetti che si commettessono nella Compagnia» (Rubrica 2).

§ 3. Ma tutta la rubrica IV parla dei Correggitori, ed è pregio dell’opera il riferirla testualmente:

Come si debbiano eleggere li tre Coreggitori.

Debbiansi eleggere nella nostra Compagnia tre buoni huomini, savi, discreti, di coscienza, amatori della nostra Fraternita, li quali si chiamino Correggitori. Et la loro lectione si faccia in questo modo: Che lo Priore che entra del mese di novenbre, quando nel suo uficio li pare più convenevole, debbia avere lo nostro Confessoro, o vero altro Frate di Sancto Domenico, al quale elli dia iscripti tucti li huomini della Compagnia. E poi vadano quelli della Compagnia a uno a uno al detto Frate; e ciascheuno sì eleggha tre huomini di quelli della Compagnia: e lo detto Frate segni ogne volta quelli che sono electi: e poi quelli tre che più voci avranno, lo detto Frate, intra quello tempo che li parrà più convenevole, sì li chiami a sè segretamente, sanza manifestarne nulla a neuna altra persona; e dica loro come e’ sono Correggitori. E questi tre abbiano piena e generale balìa di fare cassare e di fare correggere ogni huomo della Compagnia che fallasse contro a’ nostri ordini, là dove lo Priore

    uno posseduto dall’altro canonico e letterato pratese conte Giovambatista Casotti, pievano dell’Impruneta; ed è questo.

    • s • berti • bernardi • nota •

    Extat apud d. Comitem Io. Bapt. Casottum, plebanum plebis S. Marice Imprunetæ, in qua ditione inventum est Sigillum. — Bernardus quidam Berti notarius de an. 1331 nominatur a Puccinell. inter Not nob. flor., pag. 136.


    E nell’Annale III della Società Colombaria, sotto dì 11 d’agosto 1737, si legge:
    «L’Adescato (A. F. Gori) ha fatto vedere un collare di bronzo di circuito di once 26 — , e alto circa once 2 — , che è servito per collare d’un mancipio, il quale aveva tentato la fuga; e il padrone, perchè non tentasse altra volta la fuga, gli pose detto collare al collo, e con lettere fatte di punti, che dicono: BVLLA TENE ME NE FAGIA. Detto collare fu donato all’Adescato da monsignor Leone Strozzi, et avendolo egli donato al signor Conte Piovano Casotti, lo riebbe per legato fattoli dal medesimo».