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dove nel cinquecento erano nati e morti gli Addiacciati sotto gli eleganti auspici di Agnolo Firenzuola, e nel secolo seguente gli Allorini, i Floridi e i Semplici. Ma gli Accademici del secento s’occuparono, più che altro, di «feste e giostre e commedie per spassare onorevolmente le gentildonne pratesi e il popolo con cose virtuose»1; mentre gl’Infecondi si costituirono in vera e propria Accademia letteraria, e come tale venne tosto ricordata dal Quadrio nella Storia e ragione d’ogni poesia2.

§ 2. Ne fu istitutore Giuseppe Bianchini pratese, accademico della Crusca, nel 1715, secondo il Mazzucchelli3; ma il volume degli Atti4, dove sono registrate le primissime patenti, comincia col 7 di gennaio del 1718; e si vede che Consolo n’era Bernardino Piazzini, segretario Niccolò Liborio Verzoni, e cancelliere Giovann’Antonio Franchi. Ma secondo altre memorie, da me vedute, anche gl’Infecondi, in origine, furono mossi «dal desiderio d’istruirsi nell’arte comica, e così divertirsi nel carnovale»; e la loro compagnia ebbe principio il 29 di gennaio del 1712, sotto il consolato del dottor Piazzini. Il quale a’ 5 di marzo ebbe l’incarico di compilarne le Costituzioni con due accademici, che furono Antonio Pacini e Giuseppe Bianchini. Questi, come persona fornita di molte lettere, fece sì che al diletto delle rappresentanze teatrali s’accoppiasse la coltura degli studi; e le Costituzioni del 1712, che oggi non conosciamo, diedero all’Accademia un duplice intendimento. Nel 1718 si aggregarono agl’Infecondi diversi letterati, cittadini ed estranei; come Pierignazio della Torre conte di

  1. Bizzochi Francesco, Libro di Ricordi; manoscritto nella biblioteca Roncioniana di Prato. Vedi Bibliografia Pratese, pag. 41.
  2. Vol. I, 93. Primissimo a ricordare la nostra Accademia fu Agostino Alberti nell’Idea generale delle Cattedrali dell’Europa; Torino, 1718; tit. 2, art. 1, pag. 273.
  3. Mazzucchelli, Scrittori ec.; artic. Bianchini Giuseppe.
  4. Si conserva fra i manoscritti nella biblioteca Roncioniana.