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che se per converso lo intelletto ed il cuore nell’uomo grande si corrispondano con divina armonia, allora la benedizioue di Dio si distende sopra la terra che gli diè nascimento. Ora veruna disciplina, verun’arte, verun magistero, per opinione mia, è capace quanto la poesia a generare questa corrispondenza, e generata crescerla.

Lascio alla mia patria voti, onde ella diventi virtuosa e feroce: dal consorzio umano a nostro modo incivilito altro non se ne potrà cavare, per dirla col Dante, che

Ruffian, baratti e simili lordure,

alla men trista una serqua di avvocati; nei tempi che chiamiamo barbari incontriamo sempre qualche eroe, con la scure al collo, se vuoi, pur sempre eroe.

Non bisogna riformare, bisogna mondare.

Queste le novissime parole scritte dallo zio Orazio al nipote Marcello poco prima che lo cogliesse la morte.