Pagina:Guerrazzi - Il secolo che muore I.djvu/299

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capitolo viii. 277


sgomenti del silenzio altrui, e smetteremmo scrivergli più innanzi, o per cruccio del disprezzo che ci parrebbe patire, o per disperazione di vincerlo; quindi s’ella continuò il carteggio, è chiaro che deve averlo fatto con persone diverse. Allorchè la scaltrita donna ebbe picchiato a tutte le porte, e non gliene fu aperta alcuna, allorchè conobbe respinta da tutti la obbrobriosa genitura, ecco si volge in extremis al pietoso sacerdote, che accorre, e giunge.... o Dio! in qual momento egli giunge? Sarebbe pietà lasciare sepolto nelle tenebre quanto accadde in cotesta notte scellerata.... Il soffio del Creatore accese un’anima, il soffio di una madre la spense.... il primo latte della madre alla sua creatura non fu il bacio su le labbra, sibbene la stretta delle dita intorno al collo, donde usci un solo vagito — primo ed ultimo; — per battesimo egli ebbe la strangolazione! poi cadde, e si ruppe il cranio. Però importa, prestantissimi giudici, che voi poniate in sodo, come una sola fa la causa della morte della creatura; prima di cadere era stata strangolata.

Per procedere con la imparzialità che per me è religione, mi sono mosso un obietto: perchè l’accusata si dispose a commettere il delitto? Non era più sicuro gettare il neonato nella ruota dei trovatelli? (Baratro degli uomini inciviliti, largo a ingollare, scarso a rendere anime viventi. Apotete spartano,