Pagina:Guerrazzi - Il secolo che muore I.djvu/312

Da Wikisource.
290 il secolo che muore


insidia perdonerà tutti, fino il suo vile seduttore, il quale volentieri abbandona alla misericordia di Dio.... —

L’avvocato commosso non potè condurre a fine la sua perorazione, con danno dei raccoglitori dei modelli della moderna eloquenza, e piacere inestimabile dei giurati, rinati alla speranza di trovarsi a tavola all’ora consueta. Il presidente allora chiese a don Liborio se avesse da aggiungere alla difesa dei suoi avvocati, ed egli sorgendo, reverente negli atti, disse:

— Nulla; io non mi lagnerò della diatriba contro la mia persona e il carattere sacro che io vesto, di cui il giovane avvocato, servendo al mal vezzo del tempo. Ila fatto abuso: solo deploro, che la causa della sua cliente non abbia potuto somministrargli argomenti migliori di difesa: alla intenzione e al bisogno di giovare altrui, perdono la intemperanza l’eccesso.

Quanto a me, prima di tutto confido in Dio, e poi nella mia coscienza e nel sapere dei giudici. Solo chiedo in grazia mi sia concesso osservare che non si serve davvero la causa dell’umanità straziando la religione ed i ministri di lei, i quali, istituiti da Melchisedec, vennero a noi per lungo ordine di anni e iper lungo ordine di anni, in onta ai conati della empietà, vivranno. —

Non aggiunse: Portae inferi non prevalebunt,