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108 il secolo che muore


cuore, ma in coscienza, ecco, io non vedo perchè le signorie loro mi facciano così grande onoranza: io ho fatto il debito mio. Grazie da capo, e buona notte a tutti.

E con un solenne inchino si ritirò chiudendo la finestra.

— Ecco un oratore che non ruberà di certo la mano a Marco Tullio, mormorò Curio; e Filippo:

— Ma ci metterei pegno sopra ancora io: o voi che lo sapete, questo signor Pedranzini chi è?

E dei villani, ai quali Filippo indirizzava la domanda, taluno di colta, e tale altro a caso pensato rispondeva:

— Il Pedranzini? Guà! È il Pedranzini,

Filippo non trovò di meglio che ridursi all’osteria e tentare costà di scoprire marina: meglio non gli poteva accadere, che ivi rinvenne parecchi patriotti, i quali, agguantata la ordinanza del Pedranzini, si sbracciavano a profferirgli vino a boccali, instando presso lui, onde contasse le prodezze del suo capitano; e quegli, che forse aveva più voglia di favellare che gli altri di udire, prese ad esporre:

— Conoscete voi il ponte del Diavolo? Voi non lo conoscete. Cioè; il diavolo sì, il ponte no: immaginate dunque una muraglia, che a guardarne la cima di sotto in su vi farebbe cascare la berretta in terra, e che questa montagna sia spaccata per modo che lo spacco largo in fondo vada restringendosi