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Impertanto ella stese con gesto urbano la destra verso Eponina, mentre col braccio manco le abbracciava il collo accennando volerla baciare, ma Eponina nell’atto che corrispose alla stretta di mano, parve studiasse evitare di corrispondere al bacio, perchè, lasciando scorrere il viso in giù, accolse il bacio della contessa in fronte.

Così, dopo reiterate più volte le accoglienze oneste, la contessa favellò:

— Io mi era condotta qui, mia cara signora, nella speranza di trovare presso di voi il mio figliuolo Ludovico.

— Di fatto, quantunque più rado di una volta, il signor conte frequenta spesso in casa mia.

— Dunque non abitate insieme sotto il medesimo tetto?

— Ah! sì, rispose sorridendo Eponina, sotto il medesimo tetto abitiamo; solo il suo quartiere sta accanto al mio.

— Mi avevano assicurato.... e qui la contessa si mise a cercare che cosa dovesse aggiungere.

— E che cosa le hanno assicurato? Parli pure senza ritegno, ne tema ch’io abbia ad arrecarmene.

— Mi avevano supposto... mi avevano fatto credere.... che voi vivevate insieme, come marito e moglie.

— Signora contessa, io non so per lo appunto che cosa intenda il mondo, nè che cosa intonda