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alcuna dimora a rispondergli, Marcello presentendo novelle ambascie cadde in deliquio. Allora Isabella comprese come, essendo impossibile nascondere a Marcello le dolenti storie, ella fosse la persona meno acconcia a manifestargliele; la sua passione avrebbe a dismisura cresciuto il fascio dello affanno di lui: deliberava quindi commettere lo incarico a taluno amico prudente e affettuoso: ma pensandoci su ella conobbe subito come avesse poco da scegliere.

Turpe cosa è sempre l’abbandono dell’amico nella miseria, ma non sempre tu ravvisi maligne le cause che lo provocarono. Amore di sè vince amore altrui; poi viene la paura; e delle altre passioni non parlo. Gli amici quantunque buoni si allontanano dalle case degli infelici, come gli animali domestici dai consueti abituri, nel presentimento del terremoto.

Pertanto Isabella mise l’occhio sul medico, prima perchè medico, e poi jperchè, secondo quello che presentava la piazza, le parve uomo di cuore: si chiamava Taberni, e veramente oro egli era, però mescolato con mondiglia, e di molta; pure l’oro prevaleva: l’età, che per molti fa l’ufficio del crogiuolo, forse a quest’ora lo ha reso, o se non lo ha reso, lo renderà di ventiquattro carati l’oncia. Questo auguro al dottor Taberni, e proseguo la storia.