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66 | il secolo che muore |
si troverà in imbarazzo a dare un po’ di ricovero alla poverina.
— Curio, voi dovevate sapere che quando non avessi avuto libere altre camere, ci sarebbe stata la mia. Orsù, andate per la ragazza; e intanto io allestirò alla meglio quello che fa bisogno.
Curio si rovescia, proprio così, verso la baronessa, le bacia e le ribacia le mani, poi senz’altre parole scappa via: giunto colà dove lo aspettava Filippo:
— Su, sorgi et ambula, e non aggiungo: tolle grabatum tuum, percliè ti toccherebbe a schiantare il muricciolo...
— E dove andiamo?
— Andiamo da mia madre, vale a dire da una santissima donna, che come madre reverisco ed amo, dalla baronessa Olfridi.
— Dio te ne renda merito; ma ora a trasportare questa figliuola come si fa?
— Ecco come si fa: con la tua destra agguantati il braccio sinistro, con la mano sinistra stringimi il braccio destro; così, bravo; ecco fatta la seggiola; qui sopra adageremo la ragazza; ora bisognerebbe che anch’essa si aiutasse passandoci le braccia al collo ed agguantandocisi bene per non cadere all’indietro; a questo modo la porteremo pari come una sposa.
E come disse fecero; se non che la fanciulla non