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Pagina:Guerrazzi - Il secolo che muore III.djvu/114

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112 il secolo che muore


deschi. Se invece di sperperare al gioco il prezzo della giustizia venduta lo avesse custodito nello scrigno, e se le monete fossero stati galletti, non avrieno nella notte lasciato dormire lui nè tutta la contrada.

Ebbe moglie; un povero corpo composto di carne di seppia, bianco e senza sangue; una povera anima tenuta quindici anni in molle dentro una pila di acqua benedetta; la notte a letto, il giorno in chiesa; concepì di una figliuola per distrazione; la vide nascere senza gioia; la vide crescere senza amore; la beghineria l’aveva insugherita; tutto accadeva per volontà di Dio; quanto Dio ordinava tutto era bene; e quindi era mestieri rassegnarsi ai voleri di Dio; se a un povero diavolo ruzzolando le scale accadeva rompersi una gamba, la gamba rotta attestava il castigo del Signore, la rimasta sana il miracolo del Signore, ambedue la visita del Signore a cui vuol bene; le sue sostanze parafernali, che non furono poche, colarono a stille nella Chiesa pei buchi religiosi, che innumerevoli sanno praticare i preti; e i giorni suoi svaporarono in sudore di rosari; alfine disparve tacita, come la goccia dell’acqua santa grondò nella piletta dalle sue dita che ce l’avevano attinta.

Quando fu morta, il Vinneri essendosi accorto ch’ella aveva disperso i beni parafernali com’egli dato fondo ai dotali, esclamò amaramente: