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172 il secolo che muore


altrui; intendi che Cesare sapeva di avanzo che cosa aveva bollito in pentola, ma aborrendo tirarsi addosso la nomea di minotauro, argomento perpetuo di trafittura, comecchè immeritata, volle donare a Pompeia la prova legale della sua onestà rispetto al pubblico; tra lui e lei la prova legale non bastava per levare di mezzo la prova reale; quindi scappò fuori col gingillo che hai detto per rimandarla a casa. Il popolo, il quale nei grandi ammira di più quello che intende meno, pianse al logogrifo; noi altri posteri, che spesso non ereditiamo i beni degli antenati, e la imbecillità loro ereditiamo sempre, lo abbiamo a volta nostra applaudito; ma tu, caro mio, vivi sicuro che Cesare, anche innanzi di passare in Brettagna, sapeva di essere stato in Cornovaglia. Ed ora, che adempiendo al debito io ti ho avvertito, tu fa’ quello che giudichi più vantaggioso per te; dal canto mio non mancherò sovvenirti come posso; ed ora lasciami in pace, che mi aspettano a pranzo dal conte Seigatti, il quale è in procinto di essere promosso senatore; e tu sai che un desinare riscaldato è delitto di lesa cucina.

Fabrizio, ritornato a casa, si mostrava più balordo del solito: sopraggiunta la notte, alla moglie chiedente se andavano al teatro rispose aggrondato: no; se a veglia: no; se a fare due passi: no, no, con sempre crescente cupezza; allora la Bianca si spogliò cheta cheta e si mise a dormire.