Pagina:Guerrazzi - Il secolo che muore III.djvu/223

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capitolo xvii. 221


rebbe) adoperare i trovati materiali per costringere i detenuti alla confessione, bisogna pure stillarsi il cervello a cercare nuovi partiti morali e schermirsi con quelli. Si conobbe più tardi che tutto cotesto lusso di terrore era stato sprecato, perchè i querelati si confessarono liberamente repubblicani incurabili; la repubblica in cima dei loro pensieri, e questa con tutte le potenze dell’anima ed i sentimenti del corpo volere promovere: veruno scolpavasi, nè per giustificare sè aggravava altrui: e forse vivevano tali fra loro, che in confronto ai magni spiriti romani non avrebbero scapitato; la maggior parte però lo faceva per iattanza, la quale invano si arrabatta di passare agli occhi di chi se ne intende per valore: la virtù vera non si atteggia a gladiatore combattente, bensì si manifesta nel contegno di Socrate, che siede, e argomentando co’ suoi alunni si beve la cicuta. Non è la luce della filosofìa maestra d’incendi, questi insegna il fuoco delle ree passioni: chi le dice non le fa; come i fiumi strappano sempre là dove stimi gli argini più saldi, così, donde te lo aspetti meno, nei pubblici sconvolgimenti ti scappano fuori gli uomini di sangue. Quando le Furie agitano le fiaccole, scotono sopra la terra, senza avvertirlo, gocciole infiammate. Cotesti flagelli, come non sai donde sieno scappati, ignori del pari dove si rintanino. La storia dei Comunardi non ci è anco nota, quella della prima rivoluzione