Pagina:Guerrazzi - Il secolo che muore III.djvu/235

Da Wikisource.

capitolo xvii. 233


sua brava carrucola con la sua brava corda, e lateralmente a questa due scale. Gli uomini non hanno conservato il nome dell’inventore della forca, e questo perchè sono una manica d’ingrati; ma ciò non toglie che con l’ara e l’aratro non componga l’ancora di salute dell’umano consorzio. Lo insegnò anche l’Asino scorticato, cui decretarono il nome di quinto evangelista: haec tria tantum... ara, aratriim et arbor patibidarius. Zaccaria vide salire il boia, il paziente e l’aiutante del boia su di una scala, su l’altra il rabbino per confortare il morituro, che, a dirla giusta, più che confortare altrui aveva mestieri di essere confortato; inoltre vide gittare alla traditora il laccio al collo del condannato e la spinta che in bello accordo gli diedero il boia e il suo coadiutore, e il boia... — qui mi tocca far punto prima di proseguire. Piantoni era il boia, uomo coscienzioso, timorato di Dio, cattolico a prova di olio babbo buono, figlio meglio, sposo poi un miracolo di tenerezza, artista della impiccatura, non sa perchè alla forca non facciano largo le Muse per accoglierla nel coro divino, unico e vero magistrato inamovibile del regno italiano, imperciocchè egli esordisse ad esercitare l’arte sua sul povero Ciro Menotti sotto Francesco IV duca di Modena, e la continui lodevolmente sotto il regno di Vittorio Emanuele II: quantunque quegli tiranno e questi re galantuomo; il Piantoni, quando tenne il suo col-