Pagina:Guerrazzi - Il secolo che muore III.djvu/30

Da Wikisource.
28 il secolo che muore


stabilirono proseguire un fine comune, pure guardandosi le mani. Dopo lunghi ragionamenti gittarono le basi della grandiosa impresa come uomini di siffatti negozi intendentissimi; in seguito aggiunsero alle conferenze il Nassoli, il nipote di Omobono ed Elvira, disegnando meglio il concetto; poi presero a colorirlo: ad ognuno fu assegnata la sua parte; diviso il lavoro; pattuito il guadagno; descritte le vie da correre, le terre da coltivare, gli uomini da sfruttare, gli aiuti da conseguire, le reputazioni da impiegare; i banchieri co’ quali negoziare e dividere.

Incominciarono col rendersi per via di doni favorevoli quanti stavano attorno ai ministri, e di leggieri ci riuscirono, imperciocchè anco gli Dei, antichi sieno o moderni, si rallegrano per le offerte dei mortali; ed anco Giove viene pei doni propizio, assicura Omero; e nella Genesi si legge che Dio s’impermalì contro Caino, però che questi gli si mostrasse meno generoso di Abele. Del Dio romano io non parlo nemmeno, che i preti cattolici senza tante invecerie gli hanno appiccato al collo il cartello con la leggenda: point d’argent, point de Dieu. Ora, se anco gli Dei agguantano i doni a due mani, dovranno gittarli fuori di finestra i semplici mortali?

Chi tale pretende non so ne intende.

Nè rimasero trascurati gli imi, i quali a prova sperimentiamo spesso più utili dei potenti, e con