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Pagina:Guerrazzi - Il secolo che muore III.djvu/330

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328 il secolo che muore


fatto al curato e ne implora il soccorso. Il pretore, secondo il solito, era scannato intero, sbirro due terzi, ciuco mezzo, e forse un po’ meno, tutta viltà per di sotto, per di sopra e da parte; povero uomo! da quaranta anni voltolava la sua vita rotonda di sommissione, come lo scarabeo la sua pallottola senza poterla portare un gradino più su. Penurioso di ogni bene di Dio, eccetto figliuoli, doni frequenti della feconda consorte. Udendo di cotanta donna, quale la Elvira pareva essere, e delle sue potenti aderenze, scorse di un tratto la importanza del negozio e gli parve che la fortuna gli porgesse una cima di cavo per tirare in terra la barca e ormeggiarla al sicuro. Si veste in un attimo, manda pel maresciallo di gendarmeria, gli bisbiglia i suoi ordini dentro l’orecchio; non dimenticò la brava rivoltella, e via. Anch’egli però erasi dimenticato di una cosa, della sciarpa, insegna della sua dignità; se la fece tirare giù dalla finestra. La sciarpa egli aveva scordata, la pistola no, e a ragione; la forza in questi, come in tutti gli altri casi, è quella che conta; il diritto viene dietro col pialluzzo a ragguagliare quanto la forza cincischiò coll’ascia.

Ed ora, voltata la ruota al timone, andiamo a vedere che sia accaduto dei nostri amanti. Ai moti