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140 il secolo che muore


o celerissimo o tardo, a seconda della speranza o del timore; ora pei nostri personaggi fu la volta in cui parve che adoperasse l’ale, dacchè improvviso precipitò loro sul capo il termine del congedo, e bisognò pensare a separarsi. Tanto patirono pel nuovo distacco, che stettero a un pelo d’imprecare il momento nel quale desiderarono rivedersi: per ordinario nelle faccende della vita accade così, e se la mente presaga avvertisse i mali che stanno per nascere dalle cose appetite, io, per me, credo che l’uomo strozzerebbe le sue voglie appena nate, come Ercole in culla i serpenti.

Senz’altro accidente trascorsero a questo modo parecchi altri mesi; quando, certa notte, parve a Curio udire persona che piangesse a canto a letto; da prima sommesso, poi di mano in mano più forte, end’ei, temendo pel doloroso, lo avverti pianamente:

— Bada, fratello, che il sergente di guardia non se ne accorga e ti metta in prigione.

— Ne anche il pianto è concesso... ah!

— Ma perchè piangi?

— Te lo dirò — ed entrambi sporsero tanto i capi loro fuori del giaciglio, da toccarseli e da j)otere Curio intendere il susurro dell’altro. — La mia storia, prosegui il doloroso, per la umanità è vecchia, ma per l’uomo è sempre nuova... amai una cara fanciulla.».