Pagina:Guerrazzi - Il secolo che muore IV.djvu/231

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capitolo xxii.


balìa, si buttarono a sedere sopra gli scalini a riprendere fiato, mentre i compagni scendevano vociferando, e taluno motteggiandoli; riconfortati alquanto, scesero anch’essi pensosi se ad un secondo viaggio sarieno loro bastate le forze, quando ecco, mentre meno se lo aspettavano, apparve loro sopra la porta del secondo piano un vecchio vestito civilmente che li salutò col saluto convenuto: Buon giorno e buon anno. Quelli avendo chiesto il santo, udirono rispondersi: Santo Ambrogio da Milano.

Invitati entrarono in casa al vecchio; quivi per tutto cotesto giorno rimasero, alternando insieme molti e bei ragionamenti che non importa riferire; tasti sapere ch’egli era un patriotta della stampa antica; la fortuna lo aveva fatto padre di un giovane che un dì, ardente garibaldino, per vanità infelice aveva fatto voltafaccia, e, Saulo alla rovescia, perseguitava ora i repubblicani coll’impeto col quale un dì aveva parteggiato per loro; infatti di presente si trovava a Lugano per tenerli di occhio; ma il vecchio si era mantenuto per genio proprio e per pericoli comuni durati per la libertà legato ai vecchi amici, onde questi non avevano saputo escogitare asilo più sicuro ai fuggitivi della casa del delegato capo di polizia, occhio diritto del prefetto e mignone dello stesso ministro dello interno, il quale aveva aperto con questo oggetto della sua tenerezza un conto corrente d’infamie e di croci;