Pagina:Guerrazzi - Il secolo che muore IV.djvu/264

Da Wikisource.
236 il secolo che muore


cotesto strazio, sicchè, fattosi animo, entrò di mezzo a dire:

— Di qua passano barche per traghettarci dall’altra ripa?

— Di qua passano, ma rari, certi mostri fabbricati dalle facce pallide, dentro i quali essi sono riusciti a imprigionare un diavolo; il tormentatore sentendosi tormentato mugula per la pena, stride e fischia; ansa affannoso mandando fnori boccate di fumo mescolate di faville; piange fuoco; sbatte presto presto le ale sul fiume tentando levarsi per l’aria, ma non può, incatenato a mezza vita come si trova dentro il bastimento. Quando passa, nonostante gl’inviti delle facce pallide a salirci su, offerendo gratis nolo e alloggio, scappano tutti, facendosi il segno della santa croce; altri legni non passano, e se vostra signoria intende valicare dalla sponda opposta, non troverà barca, eccetto la mia.

— Dunque menaci la barca, e senza indugio fai di trasportarci di là dal fiume.

— A dirsi è breve; a farsi ci corre; quanto credono darmi le signorie vostre?

— Quanto chiedi?

— Ma... dieci dollari vi parrebbero troppi?

— Prima di risponderti, la tua barca, la tua femmina e la tua pelle, dimmi, costano tanto?

— Una volta io solo costai cinquecento piastre