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252 | il secolo che muore |
esperienza insegna il bastone essere l’unica grammatica che il nero impari presto e bene; ma quelli i quali affermano che noi li percotiamo a morte, non sanno quello che si dicono; essi credono che noi non abbiamo cuore per calcolare che se il negro infermo non lavora, se muore, noi perdiamo il capitale che ci costa.
— I condannati in galera travagliano meno di loro.
— Nego, ricis mente nego, perchè il nero, quando ha lavorato sedici ore, può impiegare a suo benefizio quello che gli avanza del giorno: aggiungi poi che i missionari non rifinano di predicare il lavoro essere là migliore preghiera che l’uomo possa fare a Dio, onde noi, facendo lavorare i negri più che possiamo, crediamo in buona fede provvedere alla salute delle anime loro; più lavorano, più si tengono bene edificato il Padre delle misericordie; inoltre il vestito non lo contate per nulla?
— Un paio di calzoni ed una camicia l’anno!
— Sicuro! A questi calori ogni di più li farebbe morire.
— E cappelli?
— I nostri cappellai sono le palme. Sta’ a vedere che questo cappellone che porto è pelo di castoro?
— O le scarpe?
— Le scarpe! La esperienza, questa madre del