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capitolo xxiii. | 305 |
manca quella della birra rimaste su la tavola, pestava giù busse da stritolare le ossa; nè Filippo gli rimaneva addietro, che adoperava il suo bastone di punta dando nei fianchi ai ribaldi, i quali, sfidati di poter durare il combattimento ad armi pari, trassero fuori delle tasche il bowieknife, ovvero coltello piegatoio, che gli americani maneggiano con maestria terribilmente celebre: non era tempo di gingillarsi cotesto; però Filippo e Curio, recatesi in mano le rivoltelle a sei colpi, le armarono e ad una voce imposero:
— Giù i coltelli!
E siccome i tessiani parevano tentennare. Curio riprese:
— Io voto a Dio di bucarvi come crivelli, marrani! Costuma nel vostro paese di libertà avventarsi in tre contro un vecchio disarmato?
I tessiani misero subito, o fìnsero mettere il cervello a partito, e ripiegati i coltelli dissero:
— Caramba! al diavolo il Sandiford, il Talaveyra e la presidenza della Contea; su via, bagnamo la parola e non pensiamoci più.
— Andate pei fatti vostri, cercate i vostri amici tra i comanchi, ubbriacatevi con loro: noi vi sputiamo.
I tessiani si allontanarono brontolando come mastini vergati. Allora i nostri amici si volsero a curare il vecchio: il sangue per virtù dell’acqua e