Pagina:Guerrazzi - Il secolo che muore IV.djvu/305

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capitolo xxiii. 307


voi se anche mia notte sola vi fermaste qui! Prima che tramonti il sole fate con seco gli ultimi convenevoli, parche su in cielo voi non lo vedrete ricomparire mai più. Siccome questo non posso sopportare io, dunque meno parole e a cavallo.

Come il vecchio aveva già detto, il suo cavallo, chiamato dal fischio del padrone, in un attimo ricomparve; tutti gli arnesi aveva addosso, tranne briglia e morso, che avvolti assieme pendevano dal posolino della sella. Appena si ebbe palesato il bisogno, vennero offerti al vecchio colono parecchi cavalli; egli scelse quelli i quali giudicò più mansi; ma prima che gli amici salissero in sella li interrogò:

— Siete usi a tenervi bene in arcione?

— Andate franco; noi siamo da bosco e da riviera.

— Scusate! Non ho inteso pregiudicarvi; era debito mio avvertirvi, perchè questi cavalli, comecchè mi sieno sembrati a bastanza quieti, pure sono mustanghi, che si agguantano col laccio per servircene, e dopo serviti si rimandano al branco, se pure non giudichino di tornarci di proprio moto scaraventando il cavaliere in mezzo della strada. Basta, uomo avvisato è mezzo salvato.

Partirono i cavalli, senza stimolo presero a correre via come il vento; il loro cammino era in mezzo ad un mare di biade mature, dove altri cavalli