Pagina:Guerrazzi - Il secolo che muore IV.djvu/307

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capitolo xxiii. 309


sapere da voi che nome abbia andare a rotta di collo.

Il vecchio rispose:

— Era mestieri camminare così per giungere a casa prima che abbui.

— O che dista molto di qua il vostro ranchero?

— Eccolo là.

E il vecchio additava una gran casa bianca, in apparenza lontana tre miglia; intorno alla casa sorgeva non una foresta, bensì parecchi gruppi di magnolie, di cui le foglie smaltate di smeraldo riflettevano in luce di oro i raggi del sole occidente e la vestivano di un nimbo luminoso pari a quello che i sacerdoti ponevano e pongono intorno al capo degli dei e dei santi; di sul tetto scappava un pennacchio di fumo, che candido e grazioso si spandeva per l’orizzonte, come lo invito della ospitalità ai pellegrini bisognosi di cibo e di riposo.

Di un tratto le tenebre scendono su la terra, e dense così che i nostri viaggiatori non vedevano più la casa, meta del cammino; ma il vecchio, preparato al caso, cavò un sibilo acutissimo da un fischietto di marina, e subito dopo le finestre della magione apparvero illuminate; dalle porte aperte trassero altresì persone con torce di pino accese. Di corto toccarono le soglie della casa; il vecchio saltò giù destro e leggero; gli altri lo imitarono con meno sveltezza, sentendosi mezzo rotti e scorticati