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282 il secolo che muore


attigua a quella di Filippo, il quale, dopo licenziato i negri, invitò gli ospiti a sedere, ed egli pure essendosi seduto così disse loro:

— Capisco, amici miei, che io devo esservi comparso uomo strano e bizzarro, mentre non vi ha cosa che tanto mi piaccia e mi garbi praticare quanto la semplicità: in breve vi chiarisco intorno alla mia condotta: se avessi sofferto lasciarvi questa notte a Columbus, ora sareste carne fredda o prossimi a diventarlo... e mi pare avervelo già detto... lo so... lo so, e me ne fido; giovanotto! non istate a tentennare il capo ghignando; fidato nella forza e nella animosità vostre, voi ne avreste ammazzati tre, quattro, ma all’ultimo avreste dovuto soccombere; per la medesima causa io vi ho fatto correre a scavezzacollo, timoroso che non c’inseguissero e non ci assalissero per via. Ora siamo salvi, ma, notatelo bene, non già sicuri da nuovi assalti, perchè la diversità che corre tra l’americano di razza inglese e l’americano di razza spagnuola è questa: l’americano anglo-sassone rifugge dai conti lunghi; liquida presto ogni cosa, amori, odi, merci, fondi rustici e urbani; ti fa la quitanza di una ferita come di una cambiale: la morte si salda da seè: paga l’oste, muta l’oste; tale la sua divisa; l’americano spagnuolo infila la vendetta come un paternostro di più al suo rosario, e lo recita la mattina e la sera, finchè non si sia vendicato. L’anima dello