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che ne vorrei io, perchè mi tocca andare su e giù dalla cucina all’uscio come le secchie al pozzo.

— E chi sono? con chi parlano?

— Con la signora, perchè la si figuri se cercano me!

— E la signora dove le riceve?

— In sala, in salotto...

— E nella camera da letto?

— Qualche volta anche nella camera da letto.

— E chi sono? Chi sono? urlò il presidente fuori di sè, pestando i piedi.

E Bibbiana accivettata, senza punto scomporsi, rispondeva:

— Oh ecco, il fornaio, il vinaio, il macellaio, il canovaio, il pastaio, il calzolaio...

— Altri?

— Il cappelaio, il sarto...

— Altri?

— Il vetturino...

— Altri? Altri?

— Sì, tutti gli altri che hanno credito con lei, che sono stanchi di aspettare, che minacciano citarla al tribunale; e dicono di vostra signoria roba da chiodi, ed anche strapazzano la signora; la quale, poverina! ci patisce e non fa altro che piangere, e sovente l’ho udita fra i sospiri lamentare: — Quanto era meglio che io mi mantenessi ragazza, innanzi di avere a soffrire tante mortificazioni!