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74 | il secolo che muore |
— Io? Io li ho ammazzati.
— Ammazzati? Lei? Chi? Come? — E saltò su ritto ritto, che proprio non fu sua colpa se non andò a toccare il palco col capo.
— Ecco chi ed ecco come: mettetevi a sedere come faccio io e porgetemi ascolto: proseguo il racconto; il procuratore del re pertanto, mentre pigliava le sue conclusioni in causa di adulterio, ebbe una lettera, la quale diceva così: poltrone, invece di fare il gatto fuori di casa, non badi ai topi che ti hanno roso le lenzuola sul letto; ma noi teniamo per fermo che tu non ci vuoi badare, perchè le corna sono come i denti, dolgono un po’ su lo spuntare, ma poi ci si mangia.
— Questo è il rispetto che oggidì si porta ai magistrati! Segni sicuri che in breve il cielo non coprirà più la terra.
— Rincareranno gli ombrelli; ma ciò non rileva, continua Fabrizio; chiusi tutto dentro di me, dissimulai; circondai la mia casa di spie... mi riportarono gli adulteri trovarsi insieme; andai... li sorpresi... e li ammazzai...
— Misericordia!
— E sapete voi l’assassino dell’onor mio chi era?
— Non lo so davvero.
— Il conte *.
— Apriti terra! gemè il presidente, abbassandosi,