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76 il secolo che muore


gio che lei ha patito, non solo lo manderemo immune da qualunque pena, ma lo proseguiremo eziandio con le lodi ch’ella si merita.

— Tu cerchi abbindolarmi; come si può far questo?

— To’! Abbiamo fatto condannare tanti innocenti per ordine dei superiori, sarebbe bella che non mi riuscisse a fare assolvere un colpevole!

— Questo potrebbe anche darsi, disse Fabrizio tentennando il capo, se non si trattasse di lui!

— Chi lui?

— Lui, lui, il conte *.

— Chi muore giace, chi vive si dà pace — e alla fine dei conti la legge è uguale per tutti.

— E questo ti dà l’animo affermare me presente? la legge è uguale per tutti si scrive su le pareti del tribunale, a mo’ che gli strioni mettono il gabbamondo su le cantonate per fare una retata. Tu sai meglio di me che cotesta leggenda sta nell’aula delle udienze con profìtto pari delle sentenze morali dentro i confetti parlanti...

— Ma non si scarmani, commendatore; si lasci servire; io, se sarò commesso a dirigere il dibattimento, girerò le cose in modo che bisognerà che i giurati me lo lascino scappare fuori pel rotto della cuffia...

— Vedi dunque che la legge non è uguale per tutti.

— La legge sì, non già chi la maneggia.