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82 il secolo che muore


addosso a Fabrizio per levargli la donna di sotto, ma egli invelenito si difende a morsi, a calci, e non lascia presa. Alla fine liberano da morte sicura la Bianca, terribilmente malconcia; aveva gli occhi fuori come gatto arrabbiato; le impronte sanguigne intorno al collo le durarono più di un mese. Il prefetto, rattoppato alla meglio co’ cerotti, anch’egli stette un pezzo a presentare nella faccia l’aspetto della cantonata dove faceva ogni giorno impastare i suoi manifesti. Fabrizio, legato e ben condizionato, portarono diritto come un fuso nell’ospedale dei matti.

O come era avvenuto questo? Fabrizio cadde in abbaglio o vide il vero? Egli aveva veduto il vero; pur troppo aveva sparato, ma al buio, e la persona tutta tremante come ramo di arbore allo imperversare del libeccio non gli aveva concesso prendere la mira, e non aveva colpito persona. Il conte, passata la prima commozione, conosciutosi illeso, e la Bianca altresì, come uomo risoluto e di pronti partiti, si affrettò al riparo montando tutta la macchina che abbiamo narrato. Intendeva traslocare Fabrizio in Sicilia, e se reluttante si riprometteva vincerne le repugnanze con la minaccia di palesare le carte donde appariva come un dì costui si fosse legato ad uccidere il re; ma non ce ne fu bisogno, stante lo aver dato nei gerundi prima del tempo. La vecchia ospite fu fatta svignare, e non le parve