Pagina:Guerrazzi - Il secolo che muore IV.djvu/87

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capitolo xx.


si recarono devotamente a chiesa per presentarlo a piè degli altari al cospetto di Dio. — E così, dame e cavalieri, bisogna che sia, conciofossecosachè, quando le società degli uomini si conservano selvaggie, ecco di un tratto scappa di mano alla natura un Lino, un Orfeo, un Cadmo, un Romolo, un Teseo, promulgano leggi, che a guisa di morse costringono i viventi a pigliare una piega per istarsene insieme senza mangiarsi a morsi; ma nelle società diventate civili, se avviene che si guastino, allora la libertà non consentendo partiti tanto violenti, è mestieri operare in guisa che i buoni costumi rifacciano un po’ di carne alle leggi; dieno loro vigore allo stomaco per digerire e alle dita per agguantare; per le quali cagioni e ragioni i guidaioli generosi e podagrosi del nostro italo regno agli uffici supremi preposero gli ottimati, i patrizi, quelli insomma che vanno per la maggiore, affinchè con gli esempi incliti educhino le moltitudini, meglio che co’ precetti; di vero, se il senatore Cambray-Digny si affaccia ad una finestra e si mostra al popolo sotto adunato: ecce homo; la sua presenza farà più. breccia nell’animo di quello che tutti e dieci i comandamenti della legge di Dio. Qaando non furono trovati uomini nuovi, buoni da bosco e da riviera, si conservarono gli antichi; così i vecchi sbirri si persuasero con ogni maniera di carezza a rimanersi per ammanettare; alle am-