Pagina:Guerrazzi - L'asino, 1858, I.djvu/102

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le stampe nel secolo decimosettimo intitolata: De peccatis Brutorum, dove le Bestie si trovano accusate bene, e meglio d’ira, di lussuria, di gola, insomma dei sette peccati mortali, e dei veniali eziandio, non altrimenti, che se fossero uomini calzati e vestiti.

Carlo Bonnet, che di cuore e di mente fu una cappa d’oro, ci manifesta38 che se Dio, dopo avere creato spiriti pellegrini, e di ogni maniera nobili ingegni, li buttasse di punto in bianco fuori di finestra alla rinfusa, meriterebbe di venire interdetto dal pretore, e sottoposto come i prodighi al consiglio di famiglia. Secondo lui il concetto, che gli enti animati muoiono tutti, impoverisce l’universo; ed è vero; e fermamente crede, che ciascheduno di loro nascendo porti seco in tasca i semi di vita più compiuta e migliore di quella dell’uomo. Dopo morte (è sempre il Bonnet, che la discorre) tutte le specie monteranno uno scaglione della scala, la quale conduce dalle sostanze più grossive alle divine. Questa fantasia noi conosciamo adesso a metà essere stata vera, e non è poco, laddove si ponga mente che si parte da intelligenza umana,