Pagina:Guerrazzi - L'asino, 1858, I.djvu/121

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condotto perchè si presentassero sicuri, all’ora in cui siamo, sarebbe anche in piedi il processo. Quando al Chassanée poi fu mestieri difendere il merito, soddisfece al carico assunto da quell’omaccione, ch’egli era, e l’arringa profferita da lui in cotesta congiuntura fu reputata dagl’intendenti un capo d’opera, siccome potrai giudicare da per te stesso, se te ne piglia talento trovandosi stampata pei libri49. L’esito della lite fece fallo non dirò alla ragione (chè i Topi in coscienza non l’avevano), bensì alla facondia dell’oratore, imperciocchè venissero condannati a bando perpetuo, e a ristorare i danni commessi. Tanto almeno ci attesta il gravissimo presidente de Thou, che racconta il fatto. Magonza udì, correndo quindici secoli della salutifera Incarnazione, il piato famoso contro le Mosche. Gli uomini teneri dei sembianti della giustizia, quanto perduti a straziarne la sostanza, vollero ch’elleno avessero tutore per rappresentarle, o avvocato per difenderle. Giunterie prette! Prima s’iniziasse il giudizio si sapeva da tutti, che le avevano ad essere, come in vero furono, condannate. Una cosa però fecero buona cotesti Pilati, che largirono alle