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Pagina:Guerrazzi - L'asino, 1858, I.djvu/96

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vivemmo, e milioni di creature come noi senzienti e pensanti li popolassero. E che vaneggio io del nostro sistema solare? La stessa cosa non avvenne, e non avviene nel numero infinito degli altri pianeti, che o come il nostro si disfecero, o durano tuttavia fecondati dalla moltitudine mirabile di altri soli? E quali, e quante organizzazioni, e volontà, ed anime, e intelligenze non contempliamo noi fuori di misura superiori a quelle degli uomini! In paragone di enti siffatti, gratificati di attributi metafisici mirabili di così splendida natura, sentenziò gravemente un alemanno, specchio di sapienza quasi divina36, l’uomo potrebbe appena far mostra dello intelletto di un cane! In quale stima sarebbero venuti presso agli Angioli gli abitanti, diciamo a modo di esempio, di Giove, se avessero spregiato come fango gli abitatori della terra, perchè fra essi e loro intercede troppo maggiore divario, che fra questi e noi?

Io so bene, che gli uomini stizziti del sentirsi vinti, si agguantavano a certi arzigogoli da mezzorecchi, i quali io toccherò così alla leggiera, tanto per non parere, che