Pagina:Guerrazzi - L'asino, 1858, II.djvu/119

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sero a trasformarsi in tutto e per tutto in Asini che si lasciano condurre a destra e a sinistra, e lo perchè non chiedono e pigliano le bastonate senza fiatare213. — Voto principalissimo dei frati è obbedire, sicchè bisognò loro diventare Asini per santa obbedienza. — Santo Ignazio, anche in questo singolare, volle che gli alunni suoi non fossero Asini, bensì Cadaveri e Bastoni; così tra Asini, Cadaveri e Bastoni tu ti hai a figurare quali fiori leggiadri a vedersi, ad odorarsi soavi si fossero i frati alla ghirlanda dell’umano incivilimento.

Per umiltà, pudicizia, candore, pazienza, religione, insomma per le virtù tutte che a modo di stelle scintillano nel firmamento de frati, l’Asino fu tenuto immagine, simbolo e geroglifico loro, e Giovanni da San Giovanni informi. Il priore del convento di Brozzi, chiamato a sè Giovanni da San Giovanni, pittore dei buoni comecchè comparso nella decadenza dell’arte, gli disse che avendo sentito celebrare la virtù sua si era disposto ad allogargli una pittura, donde sperava che il convento avesse a crescere di reputazione, la quale doveva rappresentare la Carità che sviceratissima, com’egli non ignorava di certo, i frati si portano fra loro; facesse pertanto arco del dorso per trovare qualche bella fantasia che da una parte partorisse il fine desiderato dai religiosi, e dall’altra incremento di fama al pittore.