Pagina:Guerrazzi - L'asino, 1858, II.djvu/129

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tutto giorno per via di arzigogoli e di amminicoli l’andavano buccherando.

L’eminentissimo cardinale Baronio, tra le tante, narra anche questa, che i Cani del pane buttato loro dinanzi da Riccardo Bretton, Ugo di monville, Guglielmo di Tracy e Rinaldo figlio di Orso, sicari di san Tommaso Becket arcivescovo di Cantorbery, abborrivano con segni espressi di errore219. Ora io, se potessi, vorrei convocata al mio cospetto tutta quanta la razza che si chiama umana da Adamo che disse al mondo: — ben levato — fino all’ultimo uomo che gli augurò la buona notte, per interrogarlo ad agio e sapere proprio dalla sua bocca quanti fra essa stessero a badare se la mano che porgeva loro il salario di pochi scudi al mese fosse o no insanguinata, o se, badatala e dedutala di sangue innocente vermiglia, lo rifiutassero. No che non se pero ributtare giammai, e per giunta d’infamia tu nota che salario non è pane, e mentre del primo molti doviziosi paltonieri senza incomodo avrebbero potuto fare a meno, dal secondo non potevano astenersi i Cani senza pericolo di morire di fame.

Gli Svizzeri al soldo del re di Napoli stipendiati carnefici informino, e bastino per tutti; che più laida, infame e scellerata cosa, finchè fu mondo, io non vidi mai.

Se volessi contare quante e quali Bestie, massime Corvi, nutrissero per zelo di reli-