Pagina:Guerrazzi - L'asino, 1858, II.djvu/195

Da Wikisource.

193

cosa dice il mio poeta anonimo?

«Di frutto il Ciuco e non di fiori ha voglia,
Chè, a dir di lui la stirpe, i pregi e il nome,
Gli è come dir poca uva e molta foglia288».



NOTE

al §. XI.

(229) Agrippa, De van. scient., c. 80.

(230) Michelet, Hist. de France. L. 3, p. 311.

(231) Agrippa, De Nobilit., c. 8.

(232) Negli elogi d’illustri italiani pubblicati a Pistoia dalla stamperia Cino in 4 volumi si legge registrato in nota come certo vescovo, non ricordo se Rossi o Giraldoni, lasciasse tre zecchini al prete Pietro Contrucci, affinchè gli componesse l’orazione funebre.

(233)

Giunto Alessandro alla famosa tomba
     Del grande Achille ec.
     Petrarca, Rime.

(234) Serie di vite e ritratti di Milano. — Vita del conte di Buffon.

(235) Volta! che barba lunga. — disse un giorno certo barbiere di Firenze al pellegrino, che passava per la via. — Che vuoi tu? questi rispose: io non ho quattrini per farmela fare. — Vieni via, soggiunse il barbiere, io te la farò a ogni modo per amor di Dio. — E il pellegrino si mise sotto; l’acqua si trovò a essere diaccia; il sapone scarso, sfilato il rasoio, la mano tremante conciavano il pellegrino come se dovesse servire di riscontro a S. Bartolommeo, e il poveretto piangeva e gemeva; quando ecco il cane del barbiere di su la strada si mise a ug-