Pagina:Guerrazzi - L'asino, 1858, II.djvu/224

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avvegnadio nel corso rapidissimo appena stampassero l’orma sopra la sabbia del deserto o dei liti del mare321. Gli Scarabei ringraziavano anche il vento: facevano tutto da sè, e così le Pulci, le quali schive di maschile contatto, vergini solitarie giorno e notte si affaticavano indefesse a creare Pulci emulando le sante cenobite che chiuse in cella vigilano a recitare un diluvio di paternostri per la maggiore gloria di Dio e il benefizio del genere umano.

Raccontano gli uomini essersi prodotti i loro anni a mirabile età; se questo fu vero accadde in tempi lontani dai miei, che, mentre io vissi, la vita media dell’uomo toccava i quaranta anni appena e sembra che a un dipresso la faccenda camminasse sempre così, avvegnadio quantunque nel 1817 io la trovassi calcolata a trentuno anno e nove mesi per ogni centinaio di uomini, e nel 1789 a ventotto e nove mesi, pure Ulpiano che fece i suoi ragguagli da Servio Tullio a Giustiniano la stabilisce a quaranta e con esso consente Emilio Marco nelle sue osservazioni alla legge Falcidia. Un centenario vivo occorre sopra diecimila morti; e nei censi ordinati dagl’imperatori Claudio e Vespasiano fra tutti i popoli soggetti all’impero s’incontrarono in Bologna un Fallonio di cento cinquanta anni e in Rimino un Marco Aponio di pari età. La stoffa della vita si logora presto fra le mani della Morte,