Pagina:Guerrazzi - L'asino, 1858, II.djvu/239

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cuore di Asino (ma bisogna avvertire fosse nero e mangiarlo a cielo aperto durante i due primi quarti di luna), la carne e il sangue bevuti stemperati nell’aceto per quaranta giorni, tutte queste parti di me operavano miracoli nel morbo comitale; la borra e il letame con l’aceto arrestava le emorragie, la midolla liberava dalla rogna; la milza di Asino che avesse vissuto di molto, strofinata sul seno della donna lo empiva di latte; la cenere del genitale macinata con piombo e olio faceva crescere i capelli agli zucconi per simpatia; i Francesi non conobbero il segreto o piuttosto lo dissimularono, perchè non fallissero l’olio di Macassar e l’acqua di Lobo; Anassilao lasciò scritto che accendendo il liquore emanato dalle Ciuche dopo l’amplesso maritale quanti stavano attorno apparivano col capo di Asino; ai tempi miei questo fenomeno veniva da se senza fuoco e senza liquori; per le impotenze, per la sterilità, per le spossatezze valevano un tesoro il testicolo diritto bevuto nel vino o portato intorno al braccio a forma di monile, la spuma genitale raccolta: dentro un pezzo di stoffa rosata e chiusa in argento, l’olio dentro al quale sia stato immerso sette volte mentre bolliva un membro di asino, e poi disteso per benino sopra le coscie, eccetera; settantasei infine sono i rimedii che si cavarono dall’Asino, dodici particolari dall’Onagro il quale, se diritto