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Pagina:Guerrazzi - L'asino, 1858, II.djvu/60

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— Il tisico ha il curato con l’olio santo in anticamera e si lusinga col disegno di viaggi da imprendere o confortarsi con le delizie della villa. Così tutti i tisici. Il principe Potemkin sentendosi presso al morire e volendo evitare la morte, è fama che entrando in posta scappasse via alla dirotta. La morte lo precorse con un passo dieci miglia e stette ad aspettarlo sotto un albero: qui giunto ella gli disse — scendi e muori. — Egli scese e morì. Lord Sturman consumato dal morbo tenta deludere la morte, facendosi radere la barba, incipriare i capelli e imbellettare le pallide guance; mentre intumidisce nella nuova speranza, la morte recasi sotto i denti il filo della sua vita e lo taglia.

— A che montano discorsi? Se la esperienza non falla, questo è sicuro: co’ chiodi stanno i Cristi in croce, non già i popoli nella potestà degli oppressori, e il papa a conficcare il suo ne chiamò quattro, come costumavano co’ loro Cristi i Greci; adesso, licenziati gli altri, ne rimangono due; fa che caschino e vedrai di che razza amore portino i Romani ai preti. Intanto appuntellandosi sopra armi straniere il papa palesa espressamente la convizione, nella quale egli è, che senza di quelle non si reggerebbe un’ora; nè parole bastano ad orpellare il fatto. E ciò rispetto al temporale; in quanto allo spirituale, l’autorità fondata sul dogma