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Pagina:Guerrazzi - L'asino, 1858, II.djvu/7

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sinaio. — Tu hai da morire, rispose Alessandro, perchè l’Oracolo ordina, che io ti ammazzi, è perchè io ho forza per ammazzarti, e tu non l’hai per impedirmi che io ti possa ammazzare; ti va? — Non mi andrebbe, ma vedo pur troppo, che le tue ragioni sono buone e non fanno una grinza, soggiunse l’Asinaio piegando sgomento il capo. Io allora commosso dalla mansuetudine sua, e rammentando ancora l’umanità con la quale erasi comportato meco, me gli accostai all’orecchio e vi bisbigliai un consiglio; per lo che il povero uomo, levata piena di speranza la faccia, disse: — magno Alessandro, adagio ai ma’ passi, sentiamo un po’ come l’Oracolo suona: — e quegli glielo riportò. L’Asinaio allora: vedi qual sacrilegio stavi per commettere. L’Oracolo non parla di uomo: adesso di’ su, chi prima incontrasti per la via, l’Asino o l’Uomo? L’Asino riprese Alessandro magno, perchè questo è l’uso, che l’Asino vada avanti e chi lo guarda dietro. — Dunque, concluse l’Asinaio, Apollo ti chiede l’Asino e non l’uomo. — Per Giove mio genitore! esclamò Alessandro, questo uomo ha ragione: va, Clito, e poichè Apollo vuole l’Asino, e tu l’Asino dagli; tutti i gusti sono gusti160. Così l’Asinaio fu salvo e l’Asino morto. Quante volte io penso al popolo, che ebbe la fronte di chiamarsi eletto da Dio, raccapriccio al ricordo della figliuola di Iefte, di cui la storia ingratissima non serbò