Pagina:Guerrazzi - L'asino, 1858, III.djvu/38

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cessi della foresta per intendere meglio scolpite certe parole, che le furono bisbigliate a strappo in una lunga veglia d’inverno a canto il fuoco, mentre la mamma smoccolava la lucerna; — la giovanetta che pensosa non trova miglior sollievo all’affanno segreto che vagare sul margine del fiume, mentre sotto i piedi le cresce la camomilla, la quale più tardi le blandirà le viscere quando porrà il laus Deo in fondo all’opera, che messa in torchio nel folto della foresta uscirà alla luce riveduta e corretta dalla solenne prota Natura:

«L’acque parlan di amore, e l’òra e i rami
E gli augelletti e i pesci, i fiori e l’erba
Tutti insieme pregando, ch’io sempre ami396



NOTE


al §. XII.

(361) Valer. Max., l. 6, c. 2, n. 10.

(362) Tit. Petron. Arbit., Satiric., p. 80.

(363) Amlet., att. V., s. 2.

(364) Ampere, Histoire romaine à Rome.

(365) De vanit. scientiar., c. 102.

(366) Nimirum interroga jumenta, et docebunt tibi. Job, c. 12, n. 7.

(367) Vade ad formicam, piger, et considera vias ejus et disce sapientiam.

(368) Julius Pollux, l. 7, 32.

(369) Idem, l. 10, 3.