Pagina:Guerrazzi - L'asino, 1858, III.djvu/55

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ce mondo valse mai a contemplare gli universi obblighi e i diritti e provvedere a tutti? Il Codice che solo aveva a reggere gli uomini, se fossero stati giusti, era breve davvero: Gesù Cristo lo dettò in due parole: — non fare agli altri quello che non vuoi sia fatto a te. — E tale parve anche all’Imperatore Alessandro Severo, il quale quante volte castigava un nocente lo faceva bandire al popolo: anzi così lo reputava compendio e base di tutta onestà che volle si scrivesse nel palagio imperiale e sopra i pubblici monumenti405. Infatti Demonacte filosofo non senza molta sembianza di vero la ragionava in questa maniera: a cui buone le leggi? Se avrai santi i popoli, senza bisogno di quelle opereranno santamente; se iniqui, da commettere cose inique non li tratterranno. Una pertanto la regola del retto, e giudici per commentarla e applicarla alle varie contingenze, gli uomini di valore e che temano Dio. Tali e non altre furono le doti che Ietro suocero di Moisè persuase il suo genero a cercare in coloro che avrebbe preposto ai giudici del popolo d’Isdraelle, e Moisè conobbe che aveva ragione, onde, per quanto si legge nelle sacre carte, non chiese mai ai suoi giudici, il diploma di dottore laureato all’Università di Pisa o vogli di Siena406. — Fu opinione che i cattivi costumi partorissero le ottime leggi: se questo fosse o no falso non importa inquisire, imper-