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118 Brani di vita

ne accorse, s’informò e seppe nome, cognome, patria, età, insomma le generalità del suo ladro. Ma siccome le seppe, come accade sempre, sotto il sigillo di confessione, non potè citare testimoni. Egli si ricordava benissimo che in Italia c’era una Polizia astuta che, aveva sorvegliato attentamente la sua porta invece di quella di un vicino che si querelava di tentativi di furto con chiavi false. Egli si ricordava che, chiamato come testimonio in un processo, aveva sentito il Pubblico Ministero leggere preti per poeti in un’ode della Polemica, e gli era toccato di confessare le proprie opinioni politiche e sociali davanti ai Giurati come se fosse lui l’accusato. Indusse non ostante l’editore delle cose sue a ricorrere ai Magistrati.

Non solo tutto questo è vero come il vangelo e forse più, ma dopo gli accadde quel ch’è narrato nel vangelo. Anna lo mandò a Caifa, Caifa ad Erode, Erode a Pilato e così via. La Questura, la Procura e il resto si rimandarono l’una coll’altra il povero editore, al quale furono fatte stendere querele, istanze, ecc. Chi sa quanti quintali di carta furono scarabocchiati!

Uno di questi procuratori del Re, in una città lontana di qui quanto Roma, pregato, invitato, spinto anche da pezzi grossi che l’autore e l’editore avevano persuaso, mostrò la buona voglia di far qualche cosa, ma disse chiaro che se l’editore non indicava chi era il contraffattore e chi vendeva le edizioni contraffatte, sarebbe stato tempo perso. E infatti, se non si sa contro chi procedere, come si fa a pro-