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22 | Brani di vita |
fondi e che ricordavano la morbidezza nera e voluttuosa del velluto, avrebbero dovuto mostrarsi di più per dar gloria a Dio nella sua creatura. Pareva che i suoi piedini sdegnassero il selciato volgare delle nostre vie, perchè non la vedevo altro che nella sua carrozza foderata di raso turchino e con tanto di storico blasone allo sportello. Ci stava dentro un po’ sdraiata, ma sempre vestita di nero, sempre cogli occhi bassi, sempre sola, perchè suo marito aveva quindici anni più di lei e soffriva di podagra.
Bisogna dire, a sua lode, che una virtù così severa non s’era vista da un pezzo nella nostra aristocrazia un po’ larga di cintura. Le lingue aguzze ed affilate, che nei caffè e nei circoli tagliano e cuciono, avevano risparmiato sempre la sua riputazione. Che cosa avrebbero potuto dire? Non frequentava divertimenti mondani, non aveva amiche intime, non aveva nemmeno un cugino e, cogli occhioni abbassati, bellezza intemerata, andava alla santa messa tutte le mattine.
Ci fu un tempo (guardate che sciocchezza!) nel quale fui innamorato morto della bella cattolica. Che ci fareste voi? Da studenti sono cose che capitano, questi amori petrarcheschi, questi desideri senza speranza. Si ha bisogno di portare un idolo femmina nel cuore, si desidera una donna sino alla quale non si possa giungere, e per poco che la testa si scaldi, per poco che il temperamento si presti ed i romanzi aiutino, si può fare una corbelleria. Molti in quella età beata si compongono un poema nella testa, lo