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340 | Brani di vita |
monotona via per Venezia e sono memorie ancora recenti.
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Così, salito in bicicletta per istinto di dovere e per impulso d’affetto, ora me ne sono innamorato con passione. Non c’è arte al mondo che possa esprimere il piacere, direi quasi la voluttà, della vita libera, piena, goduta all’aperto, nelle promesse dell’alba, nel trionfo dei meriggi, nella pace dei tramonti, correndo allegri, faticando concordi, sani, contenti. Il mio erede corre più forte di me ed io ho, od almeno dovrei avere, più giudizio di lui, benchè ci sia chi mi chiama “vecchio matto”. Ma in ogni modo c’è compensazione e accordo completo, specialmente nel compatire gli emorroidari che odiano la bicicletta perchè, “fa diventar gobbi”.
Ahimè, poeti e gobbi si nasce e non si diventa. La rachitide non è malattia che s’acquisti. Caso mai, si trasmette ai figli dai padri volontariamente tardigradi e valetudinari. Mettetevelo in mente voi che vi guardate la lingua, vi tastate il polso, seccate il medico e ingrassate il farmacista. Andate in bicicletta coi figli e dopo un mese digerirete le cipolle crude.
Ve lo dico io.