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40 Brani di vita

fa nascere Gesù a Betlemme, molto più al sud, in latitudine più meridionale di Tripoli, in luogo montuoso, ma aperto ad oriente e riparato a settentrione dai monti che limitano la riva sinistra del Cedron, dubito che la neve fosse molto alta la notte del 25 dicembre dell’anno 1.

Sant’Epifane (vedete come la so lunga) mette il Natale ai 6 di gennaio, e San Clemente Alessandrino dice che a’ suoi tempi chi lo celebrava nel 19 o 20 d’aprile, chi al 20 maggio. Nel passato secolo vi fu chi sostenne che il Natale doveva cadere in settembre, ma il calendario del Bucherius mette la festa ai 25 di dicembre, e la Chiesa la celebra in quel giorno.

Certo in dicembre è freddo; almeno per lo più l’inverno è già inoltrato verso la fine dell’anno. Ma se badassimo alla tradizione ed ai quadri dei pittori, tra i gradi 31 e 32 di latitudine dovrebbe esistere la Siberia e non la Giudea. Ci dipingono certe nevicate da fare invidia alla Groenlandia, mentre, anche ora, gli ulivi prosperano a Betlemme senza paura di morire gelati. Giacomo di Vitry narra che l’esercito dei crociati, giunto sulle rive del Giordano a metà di novembre, prese un bagno con molto piacere. E se al 6 di gennaio è solennizzato il battesimo di Gesù, che fu da Giovanni immerso nel fiume, certo il Giordano non doveva esser gelato anche secondo l’idea della Chiesa. Quanto al bue ed all’asinello, non hanno che una dubbia frase del profeta Abacucco per giustificare la loro presenza nel presepio; e ad Abacucco ne lasceremo tutta la responsabilità.