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Delle biblioteche | 53 |
tecario della biblioteca sua; ma se domani, che Dio lo scampi e liberi, gli venisse la bizzarra idea di diventar bibliotecario del Governo, si sentirebbe rispondere a furia di articoli di regolamento che non può esser bibliotecario chi prima non è stato ecc. Insomma, all’età di circa sessant’anni, stimato e rispettato per uno de’ migliori bibliografi viventi, si sentirebbe offrire il posto di alunno. I regolamenti non ci sono per niente ed hanno chiusa la porta in faccia anche a me che scrivo, dopo tre anni di tirocinio. Nessun Ministro e nessun regolamento mi ha creduto capace di saper leggere e scrivere, e non lo dico già coll’amaro in bocca. Figurarsi!
Dato per unico criterio l’inesorabile anzianità, a voler provvedere bene, sarebbe necessario un buon sistema di reclutamento. Invece, se ci fu mai cosa che suscitasse l’ilarità generale, fu appunto il regolamento per gli esami ai posti delle biblioteche. Chi non lo ricorda? Si chiedeva al candidato un po’ di tutto, storia, letteratura, legge, medicina, matematica, lingue antiche e moderne.... ci fu chi disse che s’era dimenticato un esame pratico di ostetricia. Ebbene, che risultato se n’è avuto? Questo, che i posti secondarii nelle biblioteche se li tengono avvocati che non trovarono cause, medici senza clienti, ingegneri in ozio, professori senza scolari, insomma tutti gli spostati che hanno avuto la fortuna di passare all’esame per indulgenza degli esaminatori atterriti dall’enciclopedico programma. Ci sono le sue eccezioni, lo so; ma nella massa siamo lì, e da