Pagina:Guglielminetti - Anime allo specchio, Milano, Treves, 1919.djvu/148

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138 il sottile inganno


Fra quelle due scialbe giovinezze la grazia matura della contessa s’illuminava maggiormente ed era allora fra Gigi De-Fer e Giuliano Lanzi, l’amico intimo che l’ospitava, una gara vivace di motti e di paradossi, la quale ingannava piacevolmente le lunghe serate della villeggiatura autunnale.

Come mai due anni dopo Giuliano Lanzi, lo spirito raffinato, il sognatore avido di bellezza e di gioia, aveva sposato la signorina Matilde, quella figuretta incolore che parlava poco, sorrideva a fior di labbro e si vestiva con la più ingenua goffaggine? Gigi non l’aveva mai compreso e vivendo ora lontano dall’amico, senza che le circostanze della loro esistenza li avvicinassero se non per brevi incontri, troppo fuggevoli per consentire qualche abbandono di confidenza, egli si domandava talvolta se l’apparenza serenamente calma e gravemente soddisfatta di Giuliano fosse la manifestazione sincera della sua intima vita o nascondesse abilmente uno stato d’animo ancora tormentato come quello della sua prima giovinezza o forse una infelicità anche più profonda.

Matilde Sampieri, com’egli l’aveva conosciuta a vent’anni, non poteva essere una compagna adatta per Giuliano. Egli rammentava d’aver sogghignato molte volte con l’amico sorprendendo gli sbadigli male dissimulati coi quali ella assisteva a qualche