Pagina:Guglielminetti - Anime allo specchio, Milano, Treves, 1919.djvu/22

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12 il ramo di lillà

rarsi da quella oppressione che sembrava schiacciarla come un peso materiale. E osservò il ritratto sentendo di detestarlo, intuendo che esso le sarebbe apparso da quel momento come un’orribile beffa.

— Grazie, — ripetè con un sorriso di falsa amabilità. — Ella mi ha dato una grande prova di fiducia e di stima e poichè ella crede che fra i ricordi del suo amico potrebbe stare degnamente anche questo ritratto, io la prego di accettarlo in luogo della miniatura che sento di non poter eseguire.

E mentre Gennari le stringeva le mani con effusione riconoscente, ella aggiunse calma, ma risoluta:

— Però a questa condizione: ch’ella si prenda immediatamente la tela e se la porti via subito, senza più lasciarmela qui nemmeno per un’ora.

— Teme di pentirsi del suo atto magnanimo, — commentò sorridendo l’amico del morto.

E Vally Ranieri strinse i denti e rispose:

— Ecco.