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286 il viaggio

è possibile e tu non devi rovinare per me la tua vita.

Ella chinò la fronte corrucciata e si dispose poco dopo ad uscire.

— Tu non devi rovinare per me la tua vita, — si ripeteva camminando lentamente per i viali ancora deserti di quell’ora quasi meridiana. E sentiva insorgere nel suo cuore sconvolto un impeto di ribellione contro quel dovere. La sua vita le apparteneva e poteva ben rovinarla, poteva gettarla per un capriccio o per una passione quando le fosse piaciuto. Qualche volta aveva desiderato di morire, una volta s’era apparecchiata una morte per veleno, alla Bovary, compiacendosi di quei preparativi con una malata curiosità di sè stessa, come facendo un gioco di cui ignorava la fine. E alla fine aveva buttato ogni cosa, ridendo.

Ora ella sentiva la necessità morbosa di disporsi a questa partenza che sarebbe stata la rovina della sua vita apparentemente onesta e che l’avrebbe gettata di colpo fuori della società e fuori della legge.

L’amore per Leonetto di Bianzè s’esaltava e s’esasperava di una nuova e più eccitante attrattiva: il desiderio di quel viaggio, la promessa di visitare paesi ignoti, città ancora sconosciute eppure già tanto affascinanti per uno spirito sensibile all’eleganza e alla bellezza. E i giorni e le settimane di libera gioia, di