Pagina:Guglielminetti - Anime allo specchio, Milano, Treves, 1919.djvu/63

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un piccolo segreto 53

dello studio ed appena l’ebbe rinchiusa alle loro spalle la costrinse a sedere, le tolse il velo, il cappello, i guanti e s’inginocchiò ai suoi piedi cingendole con le braccia la vita sottile che un morbido raso nero avvolgeva e secondava mollemente.

Franco Devalle impartiva alcune lezioni settimanali di pittura in un istituto privato e contava fra le sue allieve una piccola nipote di Nina Fares. Per mezzo di questa era nata fra di essi dapprima una viva amicizia e poi un amore che durava da parecchi mesi senza che nulla o ben poco della loro precedente esistenza e della loro vita familiare fosse l’un l’altra noto. Franco sapeva che Nina era vedova da due anni e che abitava con la madre in una villetta suburbana circondata da un giardino. Nina conosceva di Franco il vasto studio e la piccola camera attigua dov’egli dormiva talvolta intere settimane senza rientrare in casa, sapeva quante ore egli dedicava all’insegnamento dell’arte sua e null’altro. Credeva ch’egli l’amasse perchè la luce del suo volto quando la contemplava e la dolcezza delle sue parole non potevano, non dovevano ingannare, e da molti mesi ella accorreva ogni tre giorni lassù, in quella silenziosa e fresca oasi della sua vita deserta, per illudersi o per sperare o per convincersi d’essere amata.

Ora, non ostante le spiegazioni dell’amico,